OTTIME OCCASIONI TRA GLI EMERGENTI DELL’’EST

Dopo lo shock di Cipro ci si interroga su chi ne risentirà ad est. I motivi sono diversi. Prima di tutto la zona dell’est europeo è rimasta la fucina che è riuscita, grazie a una popolazione giovane e a una esistenza alle difficoltà economiche temprata da anni di dittatura sovietica ad ammortizzare i lati negativi di una crisi. In secondo luogo, la Russia, protagonista insieme al resto dei Brics (Brasile India, Cina e Sudafrica) di una ripresa incredibile nell’ultimo ventennio, è stata la diretta protagonista della crisi di Nicosia, prima e dopo le decisioni della Bce.

Logico pensare che i timori su una serie di conseguenze possano arrivare anche per Mosca. Ma gli economisti non si sono fatti spaventare dall’impatto che se per Cipro, economia piccolissima, potrebbe essere devastante, come lo potrebbe essere anche per il Vecchio Continente, ormai perennemente convalescente, non lo sarà per Mosca, nonostante le lamentele dei numerosi oligarchi russi, alcuni dei quali anche intenzionati a chiedere un risarcimento danno contro quello che inizialmente hanno considerato un vero e proprio esproprio (curioso, vista la loro antica origine comunista).

Ad ogni modo non sembra che Mosca subirà una grave perdita anche perchè potrà contare su una competitività sul mercato finanziario anche superiore a quella dei suoi compagni nel club degli emergenti (per quanto considerare ancora Pechino o Mosca come degli emergenti suoni un po’ obsoleto). Questo grazie al fatto che resta la più economica tra i mercati europei, secondo gli esperti di East Capital, specializzata appunto nel panorama dell’ex impero sovietico. Ma il suo vantaggio è palese anche tra gli altri emergenti, con un P/e, di 5,2 su uno storico di 8. Non solo, ma anche il mercato interno, a differenza di quanto siamo abituati a credere, forse retaggio delle cronache passate, è molto vivace. con un +80% del Pil dovuto ai consumi interni che negli ultimi 10 anni hanno fatto registrare un aumento vertiginoso.

Una forza che si basa, al di là degli energetici, proprio ul fronte interno, favorito da un debito minimo e da una pressione fiscale estremamente bassa (non oltre il 13%), contrapposti a salari in aumento, anche per compensare le azioni messe in atto subito dopo la crisi del 2008 (taglio degli stipendi e svalutazione) , che hanno permesso una notevole accelerazione, favorita ancora, a sua volta, da una particolare “resistenza” della popolazione ad assorbire, come accennato sopra, l’urto della crisi sia politica che economica.

PEr questi motivi, sempre da East Capital, arrivano suggerimenti specifici per chi voglia testare il mercato russo. Nel caso dei bancari, Mosca può vantare la Sberbank, che con il 42% di utile netto del settore, è tra le realtà più vivaci del panorama economico. Una particolarità interessante visto che proprio sui bancari il compagno cipriota è caduto a causa dell’alleato moscovita. Interessanti intrecci di strane coincidenze? Proseguendo nella rassegna, anche il campo dell’elettronica di consumo è molto forte. Un dato su tutti: Mvideo ha vendite triple rispetto alla media nazionale del settore. Un investimento potenzialmente interessante anche alla luce del suo dividendo straordinario che l’anno scorso ha toccato l‘11,5%. A sorpresa gli energetici non sono al massimo (-60% per Gazprom negli ultimi 6 anni), cosa che però potrebbe renderli maggiormente appetibili per gli investitori privati.